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Martinica, isola di donne e fiori E’ il 1502 E Cristoforo Colombo
annota nei suoi diari: «E la più bella, la più fertile, la più dolce, la più
incantevole fra le isole finora viste». E, forse perché l'isola è
così "speciale", il navigatore genovese rinuncia alla sua abitudine
di battezzare i luoghi, calendario alla mano, e la chiama Martinica
trasformando il nome datole dai Caribi. Qui si apre una diatriba: per alcuni
storici il nome dato dagli indios era Matinino (isola delle donne) e per
altri Madinina (isola dei fiori); ma ciò poco importa, tutt'e due calzano perfettamente
all'isola. Le sue donne sono il
simbolo della bellezza creola e nella storia si trovano esempi clamorosi:
Joséphine Tasker de la Pagérie, moglie di Napoleone, Madame de Maintenon,
favorita di Luigi XIV e la leggendaria Aimée Dubuc che, si dice, divenne sultana di
Costantinopoli. Flamboyants, rose del Bengala, rose di porcellana, palme
imperiali, palme del viandante, ananas, avocado, papaia e corossol, ibisco
nell'infinita varietà di colori, poinsettia, alpinia, Ieliconia,
bougainvillea, croton e una moltitudine di ibridi dell'anturium... Non si può
certo dire che anche il nome Madinina non fosse appropriato! Tranne che per due brevi
periodi di occupazione inglese la Martinica è stata sempre francese non
soffrendo le traumatiche vicende che hanno contraddistinto le isole vicine. Ma nel 1902 arriva
tragicamente alla ribalta il suo vulcano, la Montagne Pelée: con una
devastante eruzione annienta in pochi secondi Saint Pierre, capitale
dell'isola, i suoi 30.000 abitanti e tutte le navi all'ancoraggio
carbonizzate dalla vampa di calore sprigionatasi dal vulcano. Un solo superstite: Cyparis, un ladruncolo
salvato dalle spesse mura della sua stessa cella. Attualmente la Martinica
rappresenta uno scalo privilegiato per lo yachtsman, oltre che per la
bellezza dei suoi ormeggi, per la possibilità di trovare a terra ogni
supporto tecnico di cui può necessitare. Qui, eccezione nei Caraibi, le boe normalmente sono al loro posto e fari e fanali funzionanti. Per queste ragioni e per quanto già detto consideriamo la Martinica un buon punto d'arrivo della traversata. La lingua ufficiale è, ovviamente, il francese, e la moneta è il franco. |
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